Domande

PanikkarNessuno oggi potrebbe negare che l’incontro delle culture che hanno intessuto la vicenda umana sia un aspetto del carattere epocale che i nostri giorni rivestono, misteriosamente unito a quell’altro aspetto della consapevolezza di un legame cosmico entro cui l’umanità si trova originariamente costituita: quello che comunemente intendiamo con ecologia. Cosa però quell’incontro comporti per la coscienza dell’uomo odierno non è scontato; e tanto meno lo è se si pensa alle culture nel loro nucleo profondo, depositato nelle tradizioni religiose. Quali conseguenze il pluralismo religioso determina nell’orientamento dell’umanità? E ne fa parte il dischiudersi di un cammino religioso in senso proprio?

Se questa sono le domande oggi emergenti, non facile è tentare di rispondere, soprattutto volendo evitare scorciatoie indebite, che cioè eludano quello che davvero il pluralismo implica: la consapevolezza di un orizzonte mai univocamente afferrabile. Il che peraltro riconduce a un senso originario dell’esperienza religiosa in quanto tale.

Dall’ultima newsletter inviata sono trascorsi quattro mesi: un periodo di riflessione molto intensa, essendo affiorata una questione di tale portata. Vorremmo ora proporre una pagina, particolarmente significativa al riguardo, di Raimon Panikkar. Il commento è di Cristiana Cattaneo, che riprende il filo di considerazioni formulate la volta scorsa. Vi si aggiunge, come ulteriore sviluppo, un nuovo testo di John Martin Kuvarapu.

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