Per quanto non abbia un preciso riscontro nel Nuovo Testamento, a partire dal quinto secolo si sviluppa la fede che Maria, concepita al di fuori del peccato e quindi personificazione dell’umanità redenta, terminata la sua vita sulla terra sia stata assunta in cielo nell’anima e nel corpo, senza trascorrere per la morte. Questa fede ha ispirato infine un dogma della Chiesa Cattolica, proclamato nel 1950.
Ma cosa vuol dire, tanto più in un’epoca in cui il senso del peccato non è affatto chiaro, che la morte sia sua conseguenza? E che la vittoria sulla morte non riguardi solo l’anima, bensì anche il corpo, quindi l'interezza del nostro essere? E può ancora questa intuizione, in una consapevolezza rinnovata, penetrare la coltre del male e della morte che incombe sulla terra?