Nel mondo islamico da sabato scorso si sta celebrando Id al-Adha, ovvero la Festa del Sacrificio. Ben noto è il racconto biblico del sacrificio di Isacco, che per i musulmani diventa di Ismaele, considerato capostipite degli Arabi. In entrambi i casi il figlio di Abramo viene all’ultimo sostituito da una vittima animale. Il senso è di richiamare a una completa sottomissione a Dio, rappresentando insieme la Sua grande misericordia.
Se il cammino spirituale non può prescindere dalle prove, è indubbio che in quello che si sta vivendo c’è una prova che riguarda tutti. Per qualcuno c’è direttamente guerra e distruzione, che incombono sui propri figli. Per tutti gli altri, noi compresi, c’è il richiamo a uscire da se stessi, a sentire la sofferenza altrui, a far di tutto affinché cessi. E, per chi vuole rimanere sordo a quel richiamo, nell’illusione di essere al sicuro, c’è il dubbio angoscioso di non esserlo interamente. Sono tutti i nostri figli a essere in pericolo.