La tradizione Taoista narra che, in tempi molto antichi, «Niu-kua fece fondere pietre dai cinque colori, per riparare uno strappo fatto nel cielo da un gigante» [1]: si trattava del danno arrecato da un’avanguardia di quelle che la tradizione Biblica e quella Coranica avrebbero poi concordemente indicato come «le orde di Gog e Magog». Secondo la narrazione rivelata al Profeta Muhammad ﷺ, quando Alessandro Magno giunse alle estremità delle terre conosciute, minacciate da queste orde infernali, su richiesta delle popolazioni locali vi eresse una «Grande Muraglia» – che gli indù indicano col termine «lokâloka», letteralmente «ciò che separa l’ordine cosmico (loka) dal caos delle tenebre (aloka)»: questa muraglia, forgiata in ferro e rame «affinché non potessero scalarla né aprirvi un varco» avrebbe retto e protetto gli esseri umani fino al giorno in cui non «sarà ridotta in polvere» e le orde infere «caleranno in ondate gli uni sugli altri».
È nei bastioni di questa «Grande Muraglia», che vanno ormai aprendosi ed allargandosi brecce e fenditure vieppiù profonde e pericolose.
Non si tratta, chiaramente, di quelle brecce geopolitiche che consentono a flussi migratori sempre più massicci di attraversare le frontiere e di raggiungere i nostri Paesi – un fenomeno drammatico rispetto a cui, come cittadini Italiani e Musulmani, esprimiamo e rinnoviamo comunque il nostro massimo impegno, in stretta collaborazione con le istituzioni e con la società civile, tramite il sostegno umanitario, la mediazione linguistica e culturale, e il contributo all’opera di prevenzione e repressione dei comportamenti criminosi che eventualmente potessero venire a verificarsi nelle nostre comunità.
Non si tratta nemmeno, d’altronde, di quelle fenditure culturali da cui s’infiltrano nelle nostre società i mali del radicalismo e del terrorismo pseudo-religioso, che colpiscono oggi il nostro Continente, dopo aver lungamente afflitto innanzi tutto i Paesi musulmani – una problematica rispetto a cui, come cittadini Italiani e Musulmani, oggi rafforziamo ed intensifichiamo comunque la nostra condanna e la nostra formale controffensiva, con la pubblicazione della prima antologia in lingua Italiana di autorevoli condanne delle autorità religiose Islamiche nei confronti dell’ideologia pseudo-islamista, con un invito esplicito a contrastarne le manifestazioni. Tali condanne – note e diffuse in altri Paesi già da diverso tempo – lungi dal costituire affermazioni di circostanza, concorrono a testimoniare e ribadire con chiarezza l’attestazione del nostro dovere civile e spirituale di contrasto dell’efferata perversione del terrorismo, nonché del nostro impegno quotidiano di leale e attiva cooperazione con le forze dell’ordine, con le istituzioni e con la società civile del nostro Paese.
Le brecce che stanno minacciando le fondamenta delle nostre società sono, piuttosto, quelle incrinature morali e spirituali da cui in quest’epoca irrompono violentemente nelle nostre vite i mali diffusi della solitudine e del disorientamento, della desertificazione delle relazioni e dell’analfabetismo degli affetti e delle prospettive di vita materiale e spirituale. È in questo vuoto di senso e di visione, che si inocula la mortale malattia del nichilismo, dell’indifferenza e del fanatismo. È attorno a questa breccia che oggi dobbiamo idealmente stringerci e prenderci per mano, ed incoraggiarci vicendevolmente a gettare lo sguardo nell’abisso su cui questa si dischiude, per prepararci adeguatamente ad affrontarlo insieme, con rettitudine e con la certezza del luminoso sostegno dell’Altissimo ﷻ.
Intervento pronunciato all’Arsenale della Pace di Torino,in occasione dell’ incontro pubblico in ricordo di padre Jacques Hamel e delle vittime del terrorismo
[1] Cfr. Guénon, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, cap. 25.