SORELLE E FRATELLI D’AMERICA

vivekanandaSorelle e fratelli d’America,

il mio cuore è senza parole per la gioia di alzarmi in risposta al caldo e cordiale benvenuto che ci avete dato. Vi ringrazio nel nome del più antico ordine monastico del mondo; vi ringrazio nel nome della madre delle religioni, e vi ringrazio nel nome di milioni e milioni di hindū di tutte le classi e di tutti i culti.

Il mio grazie, anche, ad alcuni tra coloro che hanno parlato da questo palco, che, riferendosi ai delegati dall’Oriente, vi hanno detto che costoro, provenienti da nazioni lontane, possono rivendicare l’onore di portare ad altri paesi l’idea di tolleranza.

Io sono orgoglioso di appartenere a una religione che ha insegnato al mondo la tolleranza e l’universale accoglienza. Ma noi non crediamo solo nell’universale tolleranza: accettiamo tutte le religioni come vere.

Io sono orgoglioso di appartenere a una nazione che ha dato rifugio ai perseguitati e ai profughi di tutte le religioni e di tutte le nazioni della terra.

Io sono orgoglioso di dirvi che abbiamo riunito nel nostro seno il più puro ceppo di Israeliti, che vennero nel Sud dell’India e presero rifugio tra noi nell’anno in cui il loro sacro tempio fu distrutto dalla tirannia dei Romani.

Io sono orgoglioso di appartenere alla religione che ha dato rifugio e tuttora sostiene quel che rimane della grande nazione di Zoroastro.

Io voglio citarvi, fratelli, alcuni versi da un inno che ricordo di aver ripetuto dalla mia prima fanciullezza, che è ogni giorno ripetuto da milioni di esseri umani: “Come differenti fiumi aventi ciascuno la sua sorgente, i differenti sentieri che gli uomini intraprendono per le loro differenti tendenze, per quanto vari essi appaiano, tortuosi o diritti, tutti conducono a Te”.

 

Il presente convegno, che è una delle più nobili assemblee che mai siano state tenute, è in se stesso una proclamazione, una dichiarazione al mondo della meravigliosa dottrina predicata nella Gita: “Chiunque viene a Me, attraverso qualunque forma, Io giungo a lui; tutti gli uomini si dibattono attraverso sentieri che alla fine giungono a Me”.

Il settarismo, l’intolleranza e il suo orribile discendente, il fanatismo, hanno a lungo preso possesso di questa bella terra. Hanno riempito la terra di violenza, l’hanno bagnata molto spesso di sangue umano, hanno distrutto civiltà e fatto sparire intere nazioni. Non fosse stato per questi orribili demoni, la società umana sarebbe molto più avanzata di quanto non sia adesso.

Ma il loro tempo è scaduto; e io spero fervidamente che la campana, che suona questa mattina in onore del convegno, suoni a morte per ogni fanatismo, per ogni persecuzione operata con la spada o con la penna, e per ogni sentimento non caritatevole tra persone che percorrono la loro strada verso il medesimo scopo.

 

 

Discorso tenuto a Chicago, al Parlamento Mondiale delle Religioni, l’11 settembre 1893

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