L'Avere e l'Essere
La crisi entro cui ci dibattiamo costringe a mettere apertamente in discussione indirizzi risultati dominanti nel dispiegarsi della Modernità. È accaduto infatti che l’ambito economico, originariamente parte del complesso delle attività umane, se ne sia reso autonomo, con la conseguenza di minare le sue stesse basi; e che la tecnica, da semplice strumento, sia diventata il modello delle relazioni umane, contribuendo a ridurle a relazioni strumentali, oltre a suscitare forze profondamente distruttive. Gli scopi della vita sono diventati incerti, mentre veniva accumulandosi una straripante dotazione di mezzi. Ma se la crisi ha le sue radici in un impoverimento antropologico, se ne potrà uscire solo ritrovando, sia pure in condizioni diverse dal passato, una più ampia visione dell’uomo; nella quale ad esempio l’interesse non abbia il sopravvento sulla reciprocità, né l’individuo sulle relazioni comunitarie. Il problema, prima che economico, è culturale, educativo, spirituale. Perché soluzioni nuove possano emergere occorre pensare alla sfera dell’Avere come a ciò che non ha in se stesso il suo fondamento, ma in quella più profonda e originaria dell’Essere.
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