Familia. Dialogo sui valori

maniSiamo lieti del buon esito del convegno Islam contro islamismo. La strage nella moschea del Sinai mostra purtroppo quanto fosse giusto quel titolo.
Ora annunciamo un nuovo importante appuntamento. Sabato 2 dicembre alla Facoltà Teologica di Torino avrà inizio un percorso non meno significativo.

È opinione comune che il tema della famiglia sia qualificante in una prospettiva cattolica, a cui si oppone una visione laica, incentrata sui diritti individuali.
Per quanto non privo di fondamento, ciò trascura un dato essenziale: che la nostra società è sempre più caratterizzata dal pluralismo. In particolare anche le altre religioni hanno un punto di vista in merito. Vogliamo cominciare a prenderne coscienza?
Tanto più che il dialogo interreligioso rischia forse oggi di smarrire il suo senso autentico, e ha bisogno dunque di ripensare i suoi effettivi scopi.

A Torino il movimento Noi siamo con voi ha fornito un importante suggerimento: che un incontro autentico può essere suscitato dalla solidarietà con le vittime delle persecuzioni attuali, tanto più se ammantate di giustificazioni pseudoreligiose. Ciò consente di ricollocare su un piano più profondo, al di là degli usi ideologici, la motivazione che più comunemente si attribuisce al dialogo: quella di promuovere la pace.
La vita sulla terra è minacciata da grandi strategie di dominio – dagli armamenti nucleari allo sfruttamento indiscriminato delle risorse -, ma nessuna controstrategia saprà davvero opporvisi se non attingendo a un piano di tutt’altro tipo: quello dell’umanità violata di chi non ha potere.

Ebbene, non può sfuggire che la vita è minacciata anche da altro. Ci sono bombe atomiche culturali che disgregano gli ecosistemi sociali, creando vittime non meno numerose ancorché in genere inconsapevoli. Se gli individui vengono spogliati di legami e valori, li si lascia privi del senso della vita, oltre che renderli disponibili ad ogni uso.
E poiché le religioni sono la principale riserva morale dell’umanità, le radici che impediscono agli uomini di essere foglie al vento - per questo infatti vengono combattute -, non costituisce ciò un terreno di dialogo, non meno importante di quello della ricerca della pace e del tutto complementare a esso?
Con delicatezza, nel rispetto delle differenze, non è il caso di iniziare ad esplorarlo?

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