Cinque secoli da Lutero

Scritto da Interdependence.

luteroIl cinquecentenario della Riforma trascorre più che altro all’insegna di una preoccupazione: mostrare in ogni modo che le ferite di un tempo si possono ricomporre.
Una preoccupazione legittima, perché le ferite sono state profonde. L’Europa spaccata in due, il riferimento a Cristo che anziché unire divideva, guerre furibonde tra opposte fazioni come oggi vediamo in altri contesti. Alla fine, oltre che mutati assetti di potere, il discredito sulla religione in quanto tale. Se è fonte di odio e di violenza, meglio che non ci sia.
È dalle rovine delle guerre religiose, cioè dalla memoria delle devastazioni subite, che infatti sorge l’Età dei Lumi. Tutto il tempo precedente è svilito a epoca oscura di fanatismo e superstizione; solo ora finalmente si dischiude il tempo della pace. In realtà la luce che da allora rischiara le vicende umane non è stata priva di sinistri bagliori: dalla Francia alla Russia alla Cina lo spirito della rivoluzione ha disseminato rovine ancora più estese, e proprio in nome della guerra alla religione.
Le ferite sono dunque profonde, più di quanto Cattolici e Protestanti potessero prevedere e di cui oggi possano reciprocamente perdonarsi.

Nelle intenzioni di chi la promosse, la Riforma avrebbe riportato il Cristianesimo al suo senso originario, purificandolo dalle sedimentazioni che, accumulatesi nei secoli, lo avevano snaturato. Nei fatti da quella rivolta, senza che se ne avesse l’idea, nacque il mondo moderno. La fede senza tradizione, sia pure sul fondamento scritturale, ha conferito all’uomo una centralità fino allora sconosciuta. Molto di ciò che è venuto dopo è già implicito nel gesto con cui Lutero si staccò da Roma.
Dall’altra parte, quella di chi a Roma è rimasto legato, si è entrati in un tunnel di difficoltà crescenti. I poteri emergenti, quelli da cui a Modernità è definita, non sono se non occasionalmente in sintonia con la Chiesa Cattolica. L’onda lunga della secolarizzazione ha progressivamente eroso le sue basi sociali. Ben altri soggetti hanno da tempo assunto l’egemonia culturale.

Oggi il panorama offerto dal Protestantesimo è complesso. Le forme in cui si è storicamente espresso sono a loro volta in difficoltà. In vorticosa espansione sono invece fenomeni nuovi, innanzitutto il Pentecostalismo. Non meno complesso è tuttavia il panorama in ambito cattolico. Il problema del rapporto con il mondo circostante ha assunto un ruolo centrale, dando luogo a contrastanti orientamenti.
Ma non è forse il Cristianesimo in quanto tale a essere oggi nuovamente pietra di scandalo? Come mai si trova a essere così profondamente rifiutato e così spesso apertamente perseguitato?
Non sarà che, più che all’ecumenismo ufficiale, occorrerebbe guardare all’ecumenismo del sangue, che oggi traccia sotto varie latitudini le vie di una più profonda unità?

Tags: 3, 5, 7, 8, 12, 15, 19, 24, 31, 36

Stampa