Sulla via di Gandhi

Chi oggi pensi a quale eredità ci ha lasciato il Novecento non può trovare una via più preziosa di quella aperta da Gandhi, percorsa poi da altri come Martin Luther King, Thic Nhat Hanh, il Dalai Lama, Nelson Mandela, Desmond Tutu, Aung San Suu Kyi. Un’antica civiltà come quella indiana, a lungo oppressa dal colonialismo, è risorta collegandosi alle sua radici spirituali e generando una speranza per il mondo intero.
Ciò da cui l’umanità deve ancora uscire è l’ombra oscura dei totalitarismi che, perseguendo con mezzi disumani l’idea di sradicare il male dal mondo, ne hanno prodotto e tuttora ne producono un pesante incremento; né la vera alternativa può essere una politica priva di valori, di conseguenza indifferente al bene comune. Il richiamo dunque a Gandhi, vale a dire a una politica non scissa dalla morale, ispirata a valori universali ma proprio per questo rispettosa degli uomini e delle loro culture, può rappresentare ciò di cui a livello planetario c’è oggi bisogno. Come riattingere, nella consapevolezza dell’interdipendenza che unisce la famiglia umana al suo interno e con l’ambiente che l’accoglie, le radici spirituali della politica?

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