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Un ricordo

BrunoVorrebbero essere, queste due righe, oltre che breve ricordo di una persona verso cui sono debitrice di gesti generosi – e autenticamente generosi - un piccolo atto di riparazione per aver lasciato trascorrere troppo tempo dall'ultimo incontro, dall'ultimo saluto.

Ho incontrato Bruno Volpi non molti anni fa: né sono dunque un'amica di vecchia data, né posso dire di averlo conosciuto nelle variegate sfaccettature del vivere quotidiano. Ma, almeno intuitivamente, mi sembra di aver visto in lui con chiarezza qualcosa che ben di rado mi è accaduto di vedere. E che potrei riassumere in due parole: una “semplicità” - semplicità essenziale della sua esistenza – di sapore quasi evangelico, e un'armonia altrettanto essenziale tra l'agire e il parlare, tra ciò che diceva e ciò che faceva. E a bella posta non uso la parola “coerenza”, dalla connotazione troppo politica, e inadatta a rendere quella qualità naturale e profonda che voglio intendere.

Qualità quanto mai rara, e persona dunque rara, persona incline verso l'altro senza alcun artifizio, per virtù propria, persona che saluto nel cuore, con affetto e gratitudine, sperando di ritrovarla al suo tempo.

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