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Noi siamo con i Musulmani

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Quando nel 2015 prese forma a Torino il movimento spontaneo che assunse il nome di Noi siamo con voi, si trattava di manifestare solidarietà alle vittime di crimini che sono tanto più orrendi per il fatto di giustificarsi con la religione.
Protagoniste erano infatti innanzitutto le comunità religiose, che testimoniavano in questo modo qualcosa di più che una netta condanna. Era come se il sangue delle vittime diventasse seme di unione fraterna.
Ciò ha posto il dialogo interreligioso su un piano più profondo e autentico di quanto normalmente non avvenga.
Non si tratta solo di conoscersi e rispettarsi, ma di aiutarsi attivamente. È il messaggio stesso di salvezza di cui ciascuna tradizione è portatrice, confrontato con l’entità dei pericoli che ci sovrastano, a vanificare ogni separatezza e illusione di autosufficienza.

Va fatta questa premessa per capire il senso del convegno che si svolgerà a Torino sabato 18 novembre, dal titolo Islam contro islamismo. No ai violenti in nome di Dio.
C’è un percorso che i Musulmani hanno intrapreso, e non da oggi, anche se ben poco se ne sa né si possono prevedere gli esiti. Un percorso che è di vitale importanza per l’Islam, e che però avvertiamo riguardarci tutti.
Ci deve essere rispetto per quel che è interno a una tradizione, e che è difficile capire dall’esterno. Ci deve anche però essere una presenza sollecita, che chiede di capire e in qualche modo anche di partecipare.
La lotta contro il male ci riguarda tutti, e ciascuno la compie innanzitutto al proprio interno. Il che non solo ci unisce in una comune condizione; ma la vittoria altrui agevola la nostra.

Per questo noi oggi siamo con i Musulmani. Perché li sappiamo impegnati in un difficile compito, che avrà conseguenze sulle sorti comuni.
Facciamo di tutto perché sabato prossimo essi avvertano di non essere soli.

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