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Un metodo per una formazione adeguata

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«Il dialogo interreligioso è una condizione necessaria per la pace nel mondo, e pertanto è un dovere per i cristiani, come per le altre comunità religiose» (Evangelii Gaudium n. 250). Così afferma Papa Francesco. Egli prosegue dicendo: «Per sostenere il dialogo con l’Islam è indispensabile la formazione adeguata degli interlocutori» (EG n. 253). Ciò che viene detto riguardo l’Islam è sicuramente vero per tutto il dialogo interreligioso. Che il dialogo avvenga con ebrei o con musulmani, con buddisti o hindu, o con persone di qualsiasi religione, è necessaria una “formazione adeguata”. Che tale formazione sia impartita, con l’accento posto su “adeguata”, è la preoccupazione di Ambrogio Bongiovanni nel suo ultimo lavoro.

Basandosi su una lunga esperienza di relazioni interreligiose, tra cui il tempo trascorso in India, e in particolare nel campo dell’educazione al dialogo, egli condivide con i suoi lettori le sue opinioni su come dovrebbe essere fornita questa formazione. Dopo aver richiamato l’attenzione sull’attuale contesto di globalizzazione con, allo stesso tempo, il fenomeno di un’accresciuta migrazione che ha determinato la creazione di società multiculturali e multireligiose, egli porta brevemente l’attenzione sull’insegnamento della Chiesa sulla necessità del dialogo. È dell’opinione che, dal documento fondamentale del Concilio Vaticano II Nostra Aetate, si sia detto poco nei documenti ufficiali sull’educazione al dialogo. È vero, tuttavia, che i papi recenti, e in particolare Paolo VI e Giovanni Paolo II, hanno testimoniato lo spirito di dialogo incoraggiato dal Concilio Vaticano II non solo attraverso i loro numerosi discorsi sull’argomento, ma forse ancora di più con i loro stessi gesti. Bongiovanni si lamenta giustamente del modesto spazio dato al dialogo interreligioso nella formazione teologica. Nel suggerire come si possa porre rimedio a questo, tiene in considerazione la testimonianza dei Romani Pontefici, proponendo una maggiore attenzione alla storia recente del dialogo interreligioso. Nel mondo multiculturale di oggi, lo studio della teologia cristiana non può essere portata avanti in una situazione di isolamento. La riflessione fatta in dialogo con gli insegnamenti di altre religioni fornirebbe uno stimolo per una più profonda comprensione dei misteri cristiani. Idealmente, lo studio di ogni settore della teologia dovrebbe includere riferimenti ai principi di altre religioni, non come posizioni negative da confutare, ma come credenze da rispettare. Sfortunatamente, l’attuale enfasi sulla specializzazione rende più difficile un tale approccio multi–dimensionale. L’esperienza personale mostra, tuttavia, che lo studio di altre religioni non è un pericolo per la fede cristiana, ma conduce piuttosto ad un maggiore apprezzamento di questa fede. Bongiovanni sottolinea gli elementi caratteristici della “formazione adeguata” per il dialogo interreligioso. Evidenzia i vasti orizzonti sia di carità che di verità. Egli raccomanda un approccio critico, non nel senso di trovare errori nella religione dell’altro, ma piuttosto come esercizio di un giudizio critico, di un discernimento continuo. Ciò sarà favorito prendendo in considerazione la dimensione comunitaria della religione. Viene qui proposto un metodo interessante, vale a dire quello della narrazione o, in altre parole, della mutua testimonianza. Ciò consentirà di scoprire elementi comuni, ma anche di esplorare le differenze. Significherà soprattutto prendere le persone come sono realmente, e non come penso che dovrebbero essere. Si capirà allora che la formazione per il dialogo è educazione relazionale.

Questo implica il trattare la persona che appartiene a un’altra religione non come un oggetto da studiare, ma come un soggetto da comprendere. Quando l’educazione per il dialogo include alcune pratiche concrete, si consente di crescere nella capacità di relazionarsi con gli altri. Alcune persone, in particolare gli studenti, potrebbero obiettare di non sentirsi pronti per il dialogo. Essi dovrebbero ricordare che non è necessario conoscere tutto prima di impegnarsi nel dialogo. Ciò che è necessario è l’umiltà di ammettere che non si sa tutto e che c’è sempre bisogno di approfondire la propria conoscenza mentre si entra più in profondità nel dialogo. Questo vuol dire approfondire la conoscenza non solo della religione dell’altro ma anche della propria fede. È vero che quanto più sono radicato nella mia fede, tanto più posso essere aperto nei miei rapporti con gli altri.

Questa nuova pubblicazione di Ambrogio Bongiovanni sarà di grande aiuto per comprendere l’importanza del dialogo interreligioso, la necessità di un’adeguata formazione al dialogo e, auspicabilmente, una pratica più ampia di questo dialogo.

Prefazione al libro di Ambrogio Bongiovanni Educare al dialogo interreligioso. Sfide ed opportunità (Aracne 2019) pp. 13-15

Michael Louis Fitzgerald M. Afr., è Arcivescovo creato Cardinale da Papa Francesco il 5 ottobre 2019. Già presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso (2002–2006) e Nunzio Apostolico in Egitto e delegato presso gli Stati Arabi 2006–2012

 

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