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Tre parabole

IsaccoIl sacrificio di Isacco

 

Quando Isacco ebbe dodici anni, Dio apparve ad Abramo e lo chiamò: “Abramo, Abramo!”

Abramo rispose: “Eccomi, Signore!”

Dio disse: “ Adesso che Isacco, il tuo amato unigenito, è diventato adulto, sacrificalo a me.”

 Abramo rispose: “Mio Signore, se questa è la Tua volontà, sono pronto a obbedire. Ma perdonami se, per amore verso di Te, Ti faccio una domanda. Tu mi avevi promesso che i miei discendenti sarebbero stati come le stelle del cielo e la sabbia del mare. Mi hai poi concesso un unico figlio, Isacco, da mia moglie Sara, dicendo che sarebbe stato mio erede e che attraverso di lui la mia stirpe sarebbe stata perpetuata e benedetta… Ora, se io sacrifico il mio figlio unigenito, Isacco, come puoi mantenere la Tua promessa? Ritorneresti sulla Tua promessa?”

Dio gli disse: “Abramo, non ti ho chiesto di sacrificare fisicamente Isacco. Io ti ho chiesto di sacrificare il tuo Isacco interiore, che altro non è che il tuo desiderio di continuità. A causa di questo desiderio, tu hai già ucciso Isacco. Egli non vive per sé, ma è nato solo per la tua continuità. Egli è venuto alla luce per realizzare i tuoi desideri e le tue ambizioni: così sei diventato un fardello per lui. Sì, è vero, ti ho promesso che la tua discendenza sarebbe stata come le stelle del cielo e la sabbia del mare. Ma non ti ho promesso che sarebbe stata una tua replica, un tuo clone. Ho scelto ciascuno per l’eternità, non per la continuità di uno. Ciascun essere è una mia manifestazione unica, nato per dispiegare la Vita, non per il divenire. Scegliere dei figli per la propria continuità significa ucciderli interiormente. Sì, la tua progenie sarà come le stelle del cielo e la sabbia del mare, ma ogni stella sarà unica, ogni granello di sabbia unico. Per questo è necessario che tu sacrifichi il tuo Isacco interiore. Se farai questo, tu stesso vivrai per l’eternità, sceglierai Isacco per l’eternità e tutte le generazioni future saranno benedette in te e ti considereranno loro padre, poiché le avrai scelte per l'eternità e avrai donato loro libertà e vita eterna”.

 

La mattina Abramo si alzò presto, prese con sé Isacco e si incamminò verso la montagna del Signore. Raggiunta la cima, fece sedere Isacco in un luogo rialzato e iniziò a lavargli i piedi. Isacco era sorpreso e disse: “Padre, cosa stai facendo? Non si è mai sentito nella nostra terra di un padre che abbia lavato i piedi di suo figlio. Non posso permetterlo: sono io che devo lavare i tuoi piedi, non tu i miei!”

Abramo rispose: “Figlio mio, questa è la volontà di Dio ed io la devo compiere. Questo lavarti i piedi è il simbolo del mio sacrificarti a Dio”. Allora Isacco permise al padre di lavargli i piedi. Mentre versava acqua sui piedi di suo figlio, Abramo disse: “Figlio mio, tu sei una manifestazione unica di Dio; sei nato per l'eternità, non per dare continuità al passato. La tua vocazione sarà il dispiegamento della Vita. Io sacrifico ogni mia ambizione  nei tuoi confronti. Ti prometto che farò ciò che Dio si aspetta da me per te”.

Compiuto ciò, Abramo e Isacco tornarono a casa.

 

 

 

Genitori vergini

 

Un giorno, mentre Maria e Giuseppe stavano pregando, l’Arcangelo Gabriele apparve loro e disse: “Ave, Maria e Giuseppe, pieni di Grazia, il Signore è con voi!”. Maria e Giuseppe si intimorirono a udire quello strano saluto e a vedere una forma che per lo più è invisibile. Giuseppe chiese: “Chi siete, Signore, e cosa significa questo saluto?” Ed egli rispose: “Sono l’Arcangelo Gabriele e servo alla presenza di Dio. Sono venuto a portarvi un Suo messaggio: Egli vuole che siate genitori vergini, esempio per l’umanità futura”. Rispose Maria: “Signore, come è possibile ciò? Noi siamo sposati, e io incinta di sei mesi. Come mai potremmo essere genitori vergini?”

L’Angelo rispose: “Maria, Giuseppe, nel momento in cui realizzate che i vostri figli non vi appartengono, ma sono figli di Dio che si manifestano attraverso voi, ecco che siete diventati genitori vergini. Quando rinunciate alle vostre personali ambizioni sui vostri figli e li scegliete per Dio, li scegliete per l’eternità, voi diventate genitori vergini. Quando riconoscete i vostri figli come manifestazione unica di Dio, non progettati per essere usati da altri per la loro continuità, voi diventate genitori vergini. Quando vi ponete al servizio dei figli, come genitori adottivi o balie dei figli di Dio, voi diventate genitori vergini. Sfortunatamente, a causa dell'ignoranza, i genitori immaginano che i figli siano loro. Essi nutrono ambizioni personali per i loro figli, scegliendoli perché diano loro continuità, sottraendogli così la loro unicità. Dio vuole che voi affermiate questa verità, che ne siate un esempio per l’umanità intera”.

Maria e Giuseppe risposero: “Noi siamo i servi del Signore, sia fatta in noi la volontà di Dio”. E l’Angelo se ne andò.

 

Dopo tre mesi, Maria dette alla luce due gemelli: una bambina e un bambino. Quando parenti e amici si riunirono attorno a loro e chiesero: “Che nome darete ai vostri figli?”, Maria e Giuseppe dissero: “Questi figli non sono nostri, sono figli di Dio. Noi siamo semplicemente genitori adottivi. Abbiamo infatti realizzato che questa vita non è nostra, è vita di Dio, che le nostre azioni non sono nostre, ma azioni di Dio. Solo Dio vive. Perciò questi figli saranno chiamati Figlia di Dio e Figlio di Dio”.

Tutti i presenti rimasero stupiti, e glorificarono Dio.

 

 

 

La storia dell’Ego

 

Un giorno Dio fu sorpreso di ricevere dall’Ego la richiesta di un incontro. Essendo amorevole e compassionevole, gli concesse un appuntamento.

Quando l’Ego fu alla Sua presenza, prima che parlasse, Dio gli chiese: “Perché sei così triste e angosciato? Cosa ti turba?” L’Ego rispose: “Santità, come posso non essere triste quando tutti, su Vostro comando,  cercano di eliminarmi? Vi prego, aiutatemi!” Dio ebbe compassione e chiese: “Cosa posso fare per te?” L’Ego rispose: ”Santità, comandate che smettano di farlo!” Dio disse: “Mi spiace davvero, ma non posso, perché non sarebbe bene per te. Fammi piuttosto un’altra richiesta”. L’Ego disse: “Maestà, se non volete esaudirmi, allora fatemi questo dono: qualsiasi metodo, qualsiasi farmaco le persone creino per eliminarmi, diventi cibo per la mia sopravvivenza”. Dio, essendo amorevole e compassionevole, acconsentì a quella richiesta, ma aggiunse: “Ricordati che, nel momento in cui le persone smetteranno i loro sforzi per eliminarti, allora morirai”.

L’Ego, soddisfatto, ritornò sulla terra. Divenne molto forte e potente. Ogni metodo escogitato per eliminarlo diveniva per lui cibo, perciò era invincibile. Finché le persone si sforzavano di eliminarlo, non aveva motivo alcuno di preoccuparsi, e se ne stava sereno e indisturbato. Invece coloro che avevano cercato invano in ogni modo di ucciderlo, e vivevano una grande frustrazione, chiesero infine udienza a Dio, che la concesse immediatamente. Quando furono alla Sua presenza, chiese loro: “Perché siete tutti tristi e preoccupati? Cosa vi turba?” Ed essi risposero: “Santità, ci avete comandato di eliminare l’Ego: abbiamo provato con tutti i mezzi, ma senza successo. Al contrario, più ci proviamo, più diviene forte. Non sappiamo più cosa fare: per favore, aiutateci!” Dio ebbe compassione di loro, e disse: “ I vostri metodi e i vostri sforzi producono nuova vita per l’Ego e lo rendono sempre più forte. D’ora in poi non praticate alcun metodo e non fate alcuno sforzo per eliminarlo. Si estinguerà da sé”.

 

Obbedendo alle istruzioni di Dio, le persone smisero di sforzarsi per eliminare l’Ego. L’assenza di sforzo consentì alla mente di rilassarsi e condusse al completo silenzio. Quel silenzio fece comprendere all’Ego che la sua fine era vicina ed ebbe paura. Immediatamente chiese di essere ricevuto da Dio, che lo accolse prontamente.

Quando fu al Suo cospetto, Dio gli chiese:” Ego, cosa ti preoccupa?” L’Ego rispose: “Maestà, la mia vita è in pericolo. Le persone non stanno facendo più alcuno sforzo per eliminarmi. Temo che la mia fine sia vicina. Per favore, aiutatemi!” Dio gli chiese: “Cosa posso fare per te?” L’Ego rispose: “Santità, non voglio morire. Dite a tutti di sforzarsi in ogni modo di eliminarmi, così che io possa sopravvivere!” Dio disse: “Mi spiace, non posso, perché non sarebbe bene per te. Fammi piuttosto un’altra richiesta”.  L’Ego disse: “O Dio pietoso e compassionevole, il mio unico desiderio è di vivere permanentemente. Concedimi la vita eterna!” Dio ebbe compassione e gli disse: “Ego, non temere. Quando le persone non fanno alcuno sforzo per eliminarti, esse realizzano che ciò che tu stai in realtà cercando sono Io, la Vita Eterna; solo che Mi stai cercando nella direzione sbagliata. Anche tu comprenderai che la tua reale vocazione è servire Me, e non i tuoi scopi. Solo morendo all’ignoranza potrai scoprire la tua vera vocazione, cioè la Vita Eterna. Rinuncia all’ignoranza e abbandonati a Me; in questo modo diverrai il Mio veicolo. Il tuo desiderio di divenire giungerà alla fine e potrai manifestare in te e attraverso te la Mia vita, così come la Luna manifesta la luce del Sole. Questo modo di vivere si chiama dispiegamento. Significa manifestare le Mie qualità nelle relazioni. In questo modo tu vivrai in eterno, servendo Me”.

L’Ego era davvero felice e ritornò sulla terra. Ora tutti si accorsero che  era silenzioso, ma senza di lui si ritrovarono incapaci di relazionarsi nel mondo. Essi avevano bisogno dell’Ego. Perciò chiesero nuovamente di essere ricevuti da Dio, che subito acconsentì. Quando furono al Suo cospetto, Egli chiese loro: “Cosa vi preoccupa?” E loro risposero: “Maestà, abbiamo scoperto di aver bisogno dell’Ego per operare nel mondo. Senza Ego siamo come una stanza senza porta. Per favore, aiutateci!” Dio rispose: “Scopo dell’Ego è servire Me, dispiegare la Mia vita, non il divenire. Dialogate con l’Ego, rendetelo capace di comprendere la sua vera vocazione e aiutatelo ad abbandonarsi a Me”.

Tutti furono felici e tornarono sulla terra a dialogare con l’Ego. L’Ego, che già conosceva la sua vocazione, rinunciò all’ignoranza e si abbandonò a Dio. Egli divenne il veicolo di Dio e ricevette il dono dell’immortalità: la Vita Eterna.

 

 

 

 

 

 

 

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