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La Riforma e il movimento pentecostale

pentecostaliCelebrando i cinquecento anni della Riforma Protestante non possiamo dimenticare quell’area del mondo evangelico che nasce dall’esperienza carismatica di inizio ‘900.
Il mondo pentecostale è una galassia di realtà molto diverse e disomogenee tra loro. Ma non c’è dubbio che si tratti di un fenomeno religioso in forte crescita numerica in tutto il mondo.

Le origini del movimento pentecostale, i suoi preludi, l’esperienza della scuola biblica di Topeka nello stato americano del Kansas, la storia e l’esperienza di Azusa Street a Los Angeles, il Risveglio del Galles (1904-1906) sono reperibili in diversi siti internet e libri che si occupano di questo fenomeno spirituale e religioso .
Per ampiezza e velocità di crescita è uno dei movimenti religiosi a più veloce espansione: in poco più di un secolo è cresciuto a tal punto da superare, numericamente, il protestantesimo storico, che ha alle proprie spalle cinque secoli di storia. Cresce a tutte le latitudini del pianeta ed ha avuto una sua diffusione in tutti e cinque i continenti. Nato nel Nord America, si è diffuso in Europa con esperienze parallele ed “autoctone” ed ora è fenomeno rilevante in Sud America, Africa ed Asia. Non c’è dubbio che abbia ridisegnato i confini del Protestantesimo nel mondo e soprattutto ha coltivato in sé un forte spirito missionario.
Il movimento pentecostale cresce negli strati sociali più diversi; è riuscito a radicarsi nel momento della contestazione dei valori religiosi, riesce a crescere, seppur con meno vigore, anche nell’Europa post-cristiana e secolarizzata. Rimane fenomeno di rilievo ancora in Nord America e forza trainante nella famosa area della Bible-belt degli Stati Uniti. Riesce ad adattarsi a diversi contesti culturali e ad assimilare esperienze molto distanti fra loro. Conserva i tratti essenziali del Protestantesimo storico, seppur generalmente quest’ultimo non vi si senta legato.

Sicuramente con una buona ragione teologica, il mondo riformato classico prende le distanze da una interpretazione letteralista del testo biblico. A una buona ragione teologica corrisponde anche una distanza, tra questi due emisferi del protestantesimo, di carattere etico e morale. Solo recentemente timidi approcci di dialogo sono stati avviati, ma anche solo qualche anno fa le due realtà erano poco inclini al confronto.
Il mondo pentecostale da parte sua è in generale poco avvezzo al dialogo interconfessionale ed ecumenico. Spesso si è contraddistinto per la sua chiusura rispetto al panorama religioso, vivendo separato ed ermeticamente chiuso dalle altre realtà cristiane.

Luci ed ombre e forti contraddizioni sono presenti nel mondo carismatico. Ha saputo diffondersi fra le masse più povere e costruire importanti realtà missionarie e sociali. Ha permesso di far sì che molte persone potessero entrare in una chiesa provenendo da contesti di disagio sociale.
La predicazione si accompagna con il segno glossolalico, e con il carisma glossolalico si ha una forte spinta alla ricerca del miracolo, della guarigione e di tutti quei segni descritti nei passaggi neotestamentari. Il mondo pentecostale si sente in continuità con esso; anzi, proprio per questo, rivendica a se stesso la capacità di aver “risvegliato” un cristianesimo oramai assopito e ingessato nella propria liturgia o tradizione.

Parlando di mondo pentecostale, è difficile trovare omogeneità dottrinale fra tutte le sue componenti. La fragilità di questa realtà è proprio la sua frammentarietà, che genera fenomeni anche estremi di spiritualità.
Forse questo mondo, più degli altri, riesce a mettere in evidenza le proprie differenze, che peraltro sussistono in tutti i volti del cristianesimo. La sua frammentarietà non organizzata lascia ciascuna realtà disegnare propri contorni ed espressività, che invece vengono maggiormente celate all’interno delle realtà del cristianesimo più “storicizzato”.

Paradossalmente il primo travaso di esperienza spirituale tra cattolicesimo e mondo evangelico è avvenuto proprio attraverso l’esperienza dello Spirito che ha toccato, negli anni 60/70 il mondo cattolico. Oggi il mondo carismatico cattolico ha una sua visibilità grazie all’attuale Pontefice, e riesce ad organizzare raduni di decine di migliaia di persone in uno stadio di calcio .
Il mondo carismatico ha toccato anche alcuni ambiti della Chiesa Anglicana e del mondo luterano, soprattutto in Nord Europa e America, Asia ed Africa. Ha una sua trasversalità perché tocca la dimensione profonda dell’uomo, che è l’esperienza interiore. Per questo motivo riesce ad amalgamarsi con realtà molto diverse fra loro.

Dobbiamo comunque, storicamente parlando, necessariamente fare un passo indietro.
Alla Riforma di Lutero e Calvino, chiamata dagli storici “la Riforma Magistrale”, si è affiancata quella che è stata chiamata la “Riforma Radicale”, o Anabattismo, per la scelta teologica di “ribattezzare” da adulti coloro che aderivano alla fede.
La pratica del nuovo battesimo fu introdotta dagli svizzeri C. Grebel, F. Manz, G. Blaurock. Il movimento, autonomo rispetto alla Riforma di Lutero e fortemente combattuta da quest’ultimo, si caratterizzava per uno stretto rigorismo morale; considerava la Chiesa come comunità di santi e ripudiava ogni attività politica, l’usura e la guerra.
Il movimento anabattista sollecitava e promuoveva l’idea di una forte testimonianza interiore dello Spirito, nonché una libera lettura e interpretazione della Sacra Scrittura, e ha promosso una rottura forte fra Stato e Chiesa.
Furono i primi a riproporre, in seno alla fede cristiana, idee millenaristiche. Ripudiarono ogni forma di clericalismo, ogni forma di gerarchizzazione ecclesiale e delegittimarono ogni liturgia.
Il battesimo per gli adulti non riguardava semplicemente un dogma religioso, ma aveva ragioni politiche, poiché la Chiesa - sia cattolica che luterana - si serviva di questo sacramento come di una forma di censimento dei credenti, per dimostrare, sul piano numerico, la propria grandezza.
Ogni fedele anabattista era convinto che ognuno potesse essere un "carismatico", in grado di guidare gli altri verso la realizzazione di un regno di giustizia-uguaglianza, ritenuto imminente in virtù della parusia del Cristo.
Questo passaggio è importante per chiarire che il movimento pentecostale non è solo fenomeno religioso recente. Anch’esso ha la sua radice nella Riforma del ‘500, facendo i debiti distinguo. La Riforma Magistrale, il movimento anabattista e il mondo pentecostale hanno nei “Cinque Sola” la sua continuità storica.

Il protestantesimo del futuro sarà quello carismatico? Difficile dirlo. Gli Evangelici di esperienza pentecostale credono di sì, avendo ferma convinzione che l’azione dello Spirito continui a produrre crescita all’interno delle proprie chiese. I
I sociologi guardano con grande interesse alla realtà carismatica, credendo che avrà ancora una forte influenza nel panorama religioso del futuro.
Paolo Naso ritiene che, sul piano religioso, il mondo carismatico evangelico interpreti una spiritualità post-dogmatica, in cui quello che conta è l’esperienza dello Spirito, smarcata da una dimensione religiosa legata al magistero o ad una specifica tradizione teologica. In una società sempre più incline all’individualismo e all’esperienza personale, slegata da strutture organizzate, che vede sempre con maggiore diffidenza, rappresenterà certamente ancora il “futuro”.
Il mondo pentecostale è infatti, ancora sociologicamente, un movimento che include e rende attivo ciascun membro: riuscendo a superare, unico nel panorama religioso, l’atavica distinzione tra “clero e laici”.
Forse proprio in questa sua “fluidità” ha la propria forza. La sua versatilità riesce ad intercettare, con forme comunicative specifiche, molti giovani, che invece disertano o abbandonano le altre esperienze di fede cristiane.
La debolezza del mondo pentecostale sta invece nella sua frammentarietà e nella sua attuale incapacità di parlare al mondo della “cultura”, che vede come nemico o come minaccia alla propria ortodossia.
La forza della personalità del predicatore, o del fondatore di un certo movimento, si tramuta in marcato leaderismo, che causa spesso una confusione tra esperienza di fede ed esperienza nel movimento stesso: si rimane incrollabilmente legati alla denominazione di appartenenza e si trasforma la propria esperienza di “libertà nello Spirito” in adesione acritica al proprio movimento.

Difficile dunque dire in sintesi cosa sia il movimento pentecostale; ancor più difficile, a mio modestissimo parere, delinearne il futuro.
Molto probabilmente non rimarrà, nell’immediato, elemento marginale del mondo evangelico. Sono convito che si conquisterà nuovi spazi di influenza e di contatto con il mondo riformato classico.

Gli evangelici pentecostali sono “figli” di Lutero? Seppure i figli diretti della Riforma Magistrale sostengano di sì, benché non a cuor leggero, gli Evangelici pentecostali ritengono, a torto, di essere qualcosa di slegato dalla storia della Riforma.
Sono come due figli che, all’interno della propria “famiglia naturale”, si guardano con distacco e forse non si comprendono ancora.
Concludendo, spero che il tempo possa far avvicinare i due “fratelli”, e che un giorno si sentano parte della medesima storia e della medesima “paternità/maternità” spirituale, potendo dialogare e donandosi reciprocamente il meglio della propria esperienza cinquecentenaria.

 

Rino Sciaraffa è Pastore delle Chiesa Evangelica Apostolica

 

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